Vi ricordate il film Mary Poppins? Quando i protagonisti passeggiano sui tetti e Bert dice che quel panorama unico possono vederlo solo gli uccelli, le stelle e gli spazzacamini. Beh, non è un discorso valido solo per il cielo. Chi può ammirare i tesori nascosti in fondo al mare se non pesci, alghe e subacquei? Soprattutto se archeologi.
Fino al 9 marzo 2020, l'opportunità di scoprire cosa il nostro mare ha conservato per noi, dal 1950 a oggi, possiamo averla tutti, grazie alla mostra “Thalassa, meraviglie sommerse del Mediterraneo”, allestita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nove sezioni espositive per un totale di ben 400 reperti, alcuni provenienti anche da terre lontane, come l'Estremo Oriente. La mostra è frutto della collaborazione dei più importanti parchi archeologici delle nostre coste, dalla Campania alla Sicilia, così da mostrare la storia del Mare Nostrum in tutta la sua complessità.
Non pensate però di visitare la classica mostra museale, quelle piatte e anche un po' pesanti. E' un'esperienza immersiva e sensoriale, che vi farà viaggiare come un antico navigatore. Innanzitutto, per entrare, dovrete superare la Colonne d'Ercole. Ad accogliervi ci sarà una mappa tridimensionale del fondale marino che andrete a scoprire. Guida d'eccellenza sarà l'Atlante Farnese, capolavoro del II sec. d.C. situato al centro del Salone della Meridiana: il percorso espositivo segue le costellazioni scolpite sulla parte superiore dell'Atlante, creando così un ponte attivo tra passato e presente.
Dalla prima all'ultima sezione della mostra avrete la possibilità di vedere opere simbolo di quanto ritrovato finora, uno studio sulle tecniche e lo sviluppo dell'archeologia subacquea, ciò che resta della navi antiche che ci permette di capire come sono affondate, cosa trasportavano e com'era la vita a bordo, reperti religiosi e legati al commercio. Lasciato il fondo del mare, il legame con l'acqua è testimoniato dagli strumenti utilizzati dai pescatori, dagli utensili dedicati al mondo marino e da un focus sul porto antico di Napoli.
Insomma, ce n'è per tutti i gusti. Non avete proprio scuse per perdere una mostra più unica che rara.